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Premio di Poesia Poeti dell'Adda 2022
XXVII Edizione

Ultimo aggiornamento: 03 Aprile 2023
Clicca qui per il bando completo del concorso
Andamento del concorso:

La scadenza prevista del 30-07-2022 è stata prorogata al 30-08-2022

  • Aggiornamento del 02-09-2022: il concorso è scaduto in data 30-08-2022, stiamo ricevendo il materiale inviato a mezzo posta entro la data di scadenza prevista.
  • Aggiornamento del 14-09-2022: La Giuria ha iniziato la valutazione delle opere pervenute
  • Antologia del Premio di Poesia Poeti dell’Adda 2022 – spedizione ultimata il 04-04-2023 – Inviate le bozze dell’Antologia in data 27-12-2022 – in data 05-10-2022: Inviata a mezzo email la lettera di ammissione all’antologia che racchiuderà la migliori opere di poesia partecipanti al Premio.
  • La Giuria ha reso noti i risultati finali del concorso.
  • La premiazione si è svolta a Melegnano (Milano) sabato 11 marzo 2023 durante l’Open Day del Club degli autori. Online le fotografie

Risultati

La Giuria della XXVII Edizione Premio di Poesia Poeti dell’Adda 2022 presieduta da Massimo Barile, dopo attenta valutazione delle opere pervenute, rende nota la graduatoria finale:


Opera 1^ classificata: «Polvere di clessidra» di Sergio Baldeschi, Montecerboli (Pisa). Questa la motivazione della Giuria: «La poesia di Sergio Baldeschi innalza ad una dimensione lirica superiore ed il poeta fluttua nel personale magico alambicco, tra incanto e vertigine immane, distillando, attraverso la sua Parola, il senso dell’umano esistere.
Il poeta, come simbolico “prigioniero di un presagio inafferrabile”, custodisce “polverosi ricordi” ed “addestra l’anima a restare viva” grazie ad una visione poetica che proietta la mente del poeta oltre l’enigmatico “muro dell’anima”, fino a voler entrare nella clessidra stessa per cercare un “grumo di polvere” che possa redimere i suoi giorni.
Durante il processo lirico, tra “miseria di essere isolato” e timore che si frantumi la clessidra, il poeta si trova avvolto nel complesso vorticare del pensiero e nella sua raffinata concezione lirica: da tali evidenze emergono la decretazione di un’inevitabile presa d’atto e la consapevolezza ultima, che tutto sia solo “polvere che gira“». Massimo Barile

Vince: Targa Poeti dell’Adda – Pubblicazione di un libro di 32 pagine edito dalla Casa Editrice Montedit con assegnazione di 100 copie – Pubblicazione dell’opera premiata sull’Antologia e sul sito Internet del Club degli autori – Attestato di merito




Opera 2^ classificata: «Al calar della sera» di Maria Colombo LGE, Bovisio Masciago (Monza e Brianza). Questa la motivazione della Giuria: «La visione poetica di Maria Colombo è pervasa di straordinaria dolcezza e, nel percorso lirico, come a seguire “il filo odoroso del tempo”, emergono le “ombre della giovinezza” ed un mondo d’immagini e volti “cari al suo cuore”.
La percezione poetica è alimentata da una poesia delicata e soave, quasi fosse un amorevole abbraccio lirico.
Nella chiusa della poesia, come ad illuminare l’intera visione, la “luce sorprendente della vita” che si avverte nello sguardo della poetessa ed il sorriso sul suo volto diventano decretazione della capacità di cogliere, nel modo più profondo, l’autentica sostanza della vita ed il suo senso più profondo». Massimo Barile

Vince: Pubblicazione di un Libro di 32 pagine edito dalla Casa Editrice Montedit con assegnazione gratuita di 50 copie all’Autore – Pubblicazione dell’opera premiata sull’Antologia e sul sito Internet del Club degli autori – Attestato di merito




Opera 3^ classificata: «Quel che resta» di Lucia Lo Bianco, Palermo. Questa la motivazione della Giuria: «La poesia di Lucia Lo Bianco è ammantata di “energia impalpabile”, pervasa d’un ritmo lirico che si nutre di evanescenze, tra “barlumi e scintille” che compongono gran parte della visione poetica, fino a generare un lento fluire lirico che penetra nel profondo dell’animo.
Dal giacimento emozionale emergono frammenti estrapolati dalle simboliche “attese”, “in un tempo vuoto e perduto” che diventa atmosfera poetica e anche tempo lirico che scandisce la percezione.
La visione è intensa ed emozionante. La sua Parola coglie e fissa in modo perfetto le intenzioni liriche». Massimo Barile

Vince: Pubblicazione di un Quaderno di 32 pagine edito dalla Casa Editrice Montedit con assegnazione gratuita di 50 copie all’Autore – Pubblicazione dell’opera premiata sull’Antologia e sul sito Internet del Club degli autori – Attestato di merito




Opera 4^ classificata: «I fiori dell’alba» di Chris Mao, Ormea (Cuneo). Questa la motivazione della Giuria: «Chris Mao propone una lirica che si pone sulla linea di confine tra memoria e realtà, in una dimensione dove le “attese” occupano il silenzio e le molteplici manifestazioni dell’esistere non sono altro che un vano tentativo perché dominerà il fato.
La visione di Chris Mao riconduce ad una poetica enigmatica che miscela il lento franare nelle insidie dell’esistere e il dissolvimento tra la polvere del tempo che si deposita sul palcoscenico della vita: non rimane che un labile soffio di speranza nelle parole del poeta. Massimo Barile




Opera 5^ classificata: «Quanti giorni» di Mariana Filipova, Miradolo Terme (Pavia). Questa la motivazione della Giuria: «Mariana Filipova offre una lirica fortemente sentita nel profondo dell’anima e che si alimenta della sua Parola limpida e sincera.
Nella visione poetica i simbolici “giorni” a cui fa riferimento il titolo della poesia, formano la trama d’un tessuto che comprende le contraddizioni dell’esistere, le complesse dinamiche sentimentali ed i riflessi emozionali: tali simboliche direzioni e dimensioni conducono alla caduta delle certezze e la poetessa confessa di sentirsi “nuda”, lontana e distaccata dal possesso materiale, ma ben consapevole di sentire pulsare il suo cuore». Massimo Barile




Opera 6^ classificata: «Dolce sentire» di Lucia Ingegneri, Monza. Questa la motivazione della Giuria: «Nella percezione lirica di Lucia Ingegneri le evidenze della vita diventano espressione poetica ed il flusso delle sensazioni accende la “scintilla” nel cuore.
La visione di Lucia Ingegneri risplende sempre di un soave lirismo e la sua Parola accarezza l’animo come a voler avvolgere e condurre nel suo intimo universo.
La visione poetica è pervasa di profonda sensibilità e riconduce alla concezione lirica di Lucia Ingegneri che, ancora una volta, offre una poesia che diventa essenza vitale, dolce percezione e amorevole abbraccio». Massimo Barile




Opera 7^ classificata: «Nel cammino» di Alberto Pinotti, Modena. Questa la motivazione della Giuria: «Nella lirica di Alberto Pinotti i ricordi delle “impressioni/scompigliate nell’oblio della vita” si miscelano con i “ricordi sepolti” e le evidenze liriche sono estrapolate dal suo giacimento emozionale.
La poesia di Alberto Pinotti scivola lentamente lungo “l’incanto del tempo” e s’avverte il travaglio interiore.
La complessa trama dell’esistenza, vissuta liricamente tra indifferente realtà e un simbolico “destino oscuro”, diventa substantia vitale dell’intenzione lirica». Massimo Barile




Opera 8^ classificata: «Po-Etica» di Maria Scerrato, Alatri (Frosinone). Questa la motivazione della Giuria: «La poesia di Maria Scerrato diventa una sfida con l’altra parte di sé stessa e la sua Parola penetra nella mente, “scava” pensieri e “sogni frustrati” che riconducono alle “cicatrici” della vita.
Nel dispiegarsi della visione poetica le parole “volano” e si rincorrono, come ad ondeggiare al vento: ecco allora che possono condurre ad invenzioni fantastiche e ad illuminazioni liriche.
La percezione della poesia come “muta autopsia del sentire” diventa sigillo lirico». Massimo Barile




Opera 9^ classificata: «Lune di carta» di Saverio Rosso, Gaiola (Cuneo). Questa la motivazione della Giuria: «L’atmosfera della lirica di Saverio Rosso vive in una dimensione rarefatta, tra silenzio e ombre, come protesa a disvelare gli abissi enigmatici dell’esistere.
I versi iniziali della poesia sono prodromici rispetto ad una sensazione di vuoto incombente che pervade l’intera lirica: ed il poeta, come “inerme prigioniero del fato”, si trova, simbolicamente, sospeso sul baratro d’una dolente percezione lirica». Massimo Barile




Opera 10^ classificata: «Io sono» di Attilio Muscolino, Bolzano. Questa la motivazione della Giuria: «Nella sua lirica il poeta Attilio Muscolino si immedesima in una semplice foglia, tra terra, sole e vento, percependo la sensazione di essere un frammento senziente del Creato.
Nel percorso lirico emerge la constatazione d’una limitante condizione e la concezione che siamo solo polvere cosmica alla ricerca dell’abbraccio di un’entità superiore». Massimo Barile




I Poeti classificati dal quarto al decimo posto vincono: Pubblicazione dell’opera premiata sull’Antologia del Premio e sul sito Internet del Club degli autori – Attestato di merito




Opera Segnalata dalla critica con Attestato di merito: «Gelida notte» di Marco Favaloro, Costarainera (Imperia). Questa la motivazione della Giuria: «La lirica di Marco Favaloro diventa forte testimonianza contro l’orrore della guerra e severa condanna dell’immane tragedia umana che provoca.
Le immagini liriche sono crude e tagliano come lame: il sangue che si sparge sulla terra, le esistenze seppellite, l’atmosfera rovente delle bombe, i corpi trafitti, le vite spezzate e le anime in fuga che cercano nella nebbia uno spiraglio di pace.
Tutto questo orrore chiede solo silenzio nella “notte gelida” e la poesia di Marco Favaloro fissa in modo perfetto tale dramma dell’Uomo e la profonda intenzione lirica del poeta». Massimo Barile




La consegna dei Premi ai vincitori avverrà sabato 11 marzo 2023 dalle ore 14:30 alle ore 19:00 presso la sede dell’Associazione Culturale Il Club degli autori in piazza Codeleoncini, 12 a Melegnano (Milano). È stata inviata comunicazione a tutti i premiati in data 20 febbraio 2023.

Opere vincitrici



Sergio Baldeschi


Opera 1^classificata__


Polvere di clessidra


Nascosto dietro un velo di clessidra,
punzecchio l’intimità delle stelle
e nella commiserazione dell’isolamento,
strimpello alla luna i miei raccogliticci pensieri.
Prigioniero di un presagio inafferrabile,
faccio le veglie a polverosi ricordi
e per non ammuffirmi da eccesso di noia,
addestro l’anima a restare viva.
Oltre le mura dell’anima,
un etereo cavallo di Troia
galoppa nelle mie vene
e sulle pozzanghere di mercurio,
schizza brividi di tormento.
Trafitto da un malefico inganno,
mi getto nell’imbuto della clessidra
a cercare quel grumo di polvere
che redime giorni, scala abissi
e sugli altari sconsacrati,
depone la mia carne inerte e palpitante.
Nell’ellisse del mio mondo,
rotea e sanguina al morso delle redini
il selvaggio zoccolo d’oriente,
lo faccio sbizzarrire nell’intimità,
prima che ceda e s’inchini domo
alla frusta dei miei geni.
Sarà forse la paura che si spezzi la clessidra
o la miseria di essere isolato,
ma dentro l’orbita del pensiero,
c’è sempre qualcosa che m’annulla
e mi fa capire quanto tutto,
sia solo polvere che gira.




Maria Colombo LGE


Opera 2^ classificata


Al calar della sera


Al calar della sera,
quando mille fuochi scoppiettanti
edificano un mondo di immagini
e le ombre della giovinezza,
mai sazie delle antiche battaglie,
sguainano lame di fuoco,
volti pieni di leggenda,
volti teneri, cari al mio cuore,
inclinano la testa e mi guardano.
Con straordinaria dolcezza incontro
le nitide figure:
in mano, il filo odoroso del tempo,
il frizzo pungente dell’aria,
l’alto bastione abbattuto,
le strade accoglienti di case.
Temevo di morire sotto i colpi mortali,
in un sonno pieno di paure,
invece glorificavo la terra in attesa.
Stampato sul volto la curva di un sorriso
e nell’umano occhio
la luce sorprendente della vita.
L’ovale chiaro, le immagini reali
scivolano
nell’aria come gocce d’argento.




Lucia Lo Bianco


Opera 3^ classificata


Quel che resta


Sai, rimane poco alla fine del giorno
o forse niente delle striature violacee
che colorano le sere dipinte all’orizzonte.
È una marcia con ritmi incalzanti
e i passaggi sono frecce inaspettate
lanciate da balestre misteriose
e oscuri e ambigui gli obiettivi.
Resta un barlume di lampi accesi,
scintille luminose che si spengono
ed è energia impalpabile e scattante
a risvegliare gli occhi dal buio.
Sai, le foglie sfuggono i pensieri
e accartocciate si adagiano stanche
su un autunno che lento muore.
È un’attesa in un tempo vuoto
e perduto in una strana clessidra
l’illogico fluire di diffusa evanescenza.
É cieca lotta di elementi senza senso
mentre danzano svuotate le parole
e le mani disegnano cerchi, come luna
raccogliendo dai frammenti quel che resta.




Chris Mao


Opera 4^ classificata


I fiori dell’alba


La prima luce del giorno
s’era dipinta sui muri,
ogni cosa attesa occupava il silenzio
che ci raggiungeva nel vero,
cresceva in noi l’ansia di trovare una scena,
un tempo intero da divorare
per separare il corpo
dalle nebbie del sonno,
per ritrovare un’antica gioia
scolpita nella mente.
Nell’ultima penombra la tua voce…
– Abbracciamo la quiete
che la notte ci ha donato,
restiamo fuori dalla soglia
dove non esiste memoria
e il belato del mondo non arriva – Le dita giostravano sinuose
nell’aria satura dei nostri respiri,
un soffio di speranza le mie parole…
– Siamo come fiori combattenti
accerchiati dall’infida neve,
tentiamo una sortita
contro la natura maligna
che procede e ci precede,
a polsi aperti spalanchiamo
ogni molecola alla vita,
sradichiamoci dalle ossa
la radice dell’abbandono – L’alba, finalmente, ci illuminava.




Mariana Filipova


Opera 5^ classificata


Quanti giorni


Quanti giorni
pieni di questo mondo,
inconsapevolmente
disegnati dalle equazioni
di parabole invisibili,
formano ingenuamente
le sagome dei miei riflessi
nelle trappole logiche,
scomparti a specchi,
moltiplicazione in autentica.
Quante reti
tessuti a forma di strade,
silenziosamente
costellati dai segnali
di direzioni simboliche,
portano inconsapevolmente
la caduta delle mie certezze
nei castelli tridimensionali,
costruzioni mentali,
dissociazione temporale.
Sono solo nuda.
Non mi appartiene
niente di ciò che possiedo,
fatica di questo mondo,
oltre la consapevolezza
di sentire il mio cuore
battere sotto la mia pelle.




Lucia Ingegneri


Opera 6^ classificata


Dolce sentire


L’aria offuscata d’umore nero
mi nasconde qualche volta
l’evidenza della vita
e quel flusso di buone sensazioni
che accendono scintille
sulle fibre del cuore.
Brevi attimi di sbandamento,
inaspettati, presto in fuga
sotto le frecce fiammanti del sole.
Stringo forte al petto la mia vita
avvolta dal mio intimo universo,
fra gente come me
che vuole naufragare
nel cielo della buona umanità.
Vieni con me,
dove le circostanze
si cospargono di trasparenza,
col calore che denuda le pene.
Visione cardinale per tuffarsi
nei contatti cristallini del tempo
e cogliere di animi fior di sorrisi
nella sfera della nostra essenza.


Liberarsi dalla schiavitù
col dolce sentire del cuore,
col dolce capire.




Alberto Pinotti


Opera 7^ classificata


Nel cammino


Nel mezzo della nebbia,
vago, solo, per gli ombrosi
palazzi che immemori
mi rammentano i tempi
perduti nel parlare di impressioni
scompigliate nell’oblio della vita.
Una triste e tormentata
vicenda che ha bloccato,
graduale, la mia ascesa
come uomo, ma che ora riprende
il suo corso trascinante verso
il destino oscuro e ignoto


Rapito da quest’attesa,
mi chino sul selciato ridondante,
alzo lo sguardo
sulle tristi chiome arboree
spoglie, soffrono il gelo,
ora la strada dell’abbattuta solitudine
mi protrae i ricordi sepolti
come il pianto del bimbo
sull’orrendo presagio che incombeva
sull’attimo passato


Tra argentati lacustri
danzo per la città, scorro lungo
l’incanto del tempo
lambito da questa brezza
fantasiosa, separo la vita irta,
ma la foresta delle anime s’ allontana
nella nebbia obliterata..
l’assillo è perso ai suoi attriti
dimenticati, la trama
è terminata in un’ indifferente realtà




Maria Scerrato


Opera 8^ classificata


Po-Etica


Mi sfida la poesia,
all’incontro con l’altra me.
Mi cerca
nei momenti di solitudine
e mi scava pensieri,
rimorsi, sogni frustrati, desideri inappagati,
illusioni e speranze
nei lembi aperti
delle cicatrici della vita.
Sono io a rincorrerla
o lei a trovarmi sempre?
O sono i nostri
semplici giochi di bambini su un prato
a richiamarla?
Fanno capriole e si rincorrono
Come farfalle svolazzanti
e sono fiori che ondeggiano al vento
su uno stelo sottile,
le parole, i versi e le strofe,
gli spazi bianchi e le lettere sulla pagina?
La poesia elettrizza il corpo
e nasce da me.
come partenogenesi obbligatoria
dell’intelletto
e muta autopsia del sentire.
La vita è magma fluido,
cocente e plasmabile,
che si cristallizza
in forme,
io salgo sulla giostra
ma nessuno mi sa dire
quando scendere
dalle invenzioni del fantastico
per precipitare nel silenzio della pietra.




Saverio Rosso


Opera 9^ classificata


Lune di carta


Lune di carta che agognavano palingenesi
bruciano oggi sconfitte in una solitaria landa
dove un claustrofobico silenzio ed ombre nefaste
pitturano angoli aguzzi e scoscesi pendii.


Aliti rarefatti e spazi ristretti
vicoli di luce che scompaiono progressivi
inseguendosi in un beffardo gioco di specchi
ove giostre di fantasmi tumultuano vorticose.


Inerme prigioniero del fato
sospeso sull’orrido dall’inesplicabile infinito anfratto
mentre i prodromi annunciano il vuoto
d’un eterno rollio in quell’approdo sicuro…


…dove soltanto ieri danzavano lune di carta in chimerico assioma.




Attilio Muscolino


Opera 10^ classificata


Io sono


Sono foglia feribile
della ferace terra
gestita in cima a un ramo
dal sole e dalle nubi;
frammento senziente
nel tempio del creato;
buffo osservato che vagheggia
il gioire creatore del vento;
alitare di luce
e assegnato tempo.
Accogli Padre in dono
il mio tremore:
l’eco della marea va cercando.




L'Albo d'Oro:
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